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L'espansione di Genova verso Albaro è stata l'occasione per dare alla città nuove forme espressive che il compatto nucleo storico proibiva ai suoi abitanti. La privazione di strade rettilinee e pianeggianti, di cui soffriva Genova storica, fu la molla che indusse il Municipio a realizzare nella parte piana dei comuni orientali annessi nel 1874, una città squadrata e regolare, a imitazione del tessuto urbano che era stato aggiunto alle due capitali del giovane Regno (Torino e Firenze). Successivamente Genova tentò con successo di costruire una nuova città sulla collina di Albaro, avendo come proposito quello di dare ai suoi abitanti una ricca dotazione di verde: un giardino per ogni casa ma anche larghi viali facilmente percorribili dalle automobili e soprattutto con un costante rapporto visivo e fattuale col mare che fino ad allora era stato ovunque interdetto. Questo libro descrive i passi, le motivazioni e le controversie che animarono per ottanta anni questo grandioso rinnovamento urbano senza pari in Italia per quell'epoca.